Il No alle Olimpiadi di Roma del sindaco Virginia Raggi (non mi piegherò mai ad usare il termine sindaca come il boldrinismo dilagante imporrebbe) è una scelta che salva Roma dall’ennesima calamità di un grande evento. Bene ha fatto la Raggi, eletta dai cittadini romani, a sconfessare anche Di Maio che inopportunamente si era intromesso nella questione con affermazioni ambigue che ora sono utilizzate per mettere in cattiva luce il M5S davanti all’opinione pubblica. Gli strepiti e le lamentele veicolati incessantemente del mainstream mediatico confermano la saggezza della scelta. Chi ha vissuto a Roma sa benissimo che è una capitale con standard sudamericani e non europei e la colpa è di coloro che l’hanno amministrata negli ultimi 30 anni, ex radicali (ce ne sono in ogni dove), esperti di cinema, ex camerati e chirurghi… E’ davvero incredibile che Malagò e Montezemolo (quello di Italia ’90 finita di pagare l’altro ieri) pensassero di… read more →
Le ultime vicende elettorali italiane, in particolare la vergognosa percentuale di astensioni al referendum sulle trivellazioni marine, confermano una tendenza al rafforzamento del disinteresse per le vicende politiche che deve suscitare preoccupazione e smuovere le energie di chi è interessato a cambiare questo stato di cose. È giusto sottolineare, secondo me, che il MoVimento 5 Stelle, oltre che un’organizzazione politica e di governo, può essere uno strumento di rinnovamento della vita civile italiana, anzi le due cose sono inseparabili. Il disinteresse per il voto è solo la manifestazione più macroscopica di un distacco dalla vita civile partecipata, è un indicatore del livello di sfiducia non solo verso la politica e i politici, sfiducia assolutamente giustificata, ma anche nei confronti delle proprie capacità di iniziativa e di cambiamento. La vita quotidiana è un fardello già abbastanza pesante per ogni cittadino, con la paura della criminalità e il degrado urbano, i disagi… read more →
La designazione di Donald Trump a candidato presidente repubblicano alle elezioni statunitensi del novembre 2016 è un avvenimento che ci aiuta a rispondere a 4 domande. § 1 – Quanto valgono i sondaggi? Zero, riescono ad anticipare solo quello che è già ampiamente noto a prescindere (esempio nessun gruppo politico italiano è attualmente in grado di conquistare il 51% dei voti). Trump ha iniziato la sua campagna elettorale venendo dato ampiamente per sconfitto praticamente da tutti gli altri candidati repubblicani, perché i sondaggi semplicemente non avevano previsto quali persone barra ceti sociali sarebbero andati a votarlo. Negli Stati Uniti da tempo immemorabile alle elezioni vere e proprie vota solo circa la metà degli elettori e alle primarie, ovviamente, molto meno. Già, ma in una situazione estremamente composita sia dal punto di vista sociale che etnico, il risultato può facilmente essere sovvertito a seconda di chi, il giorno delle elezioni, va… read more →
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